Strange World è un flop colossale, ma è tutta colpa di Disney?

Il fallimento di Strange World è un duro colpo per Disney, però, rivela delle dinamiche problematiche dell'intera industria dell'animazione.

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    Preciso, non so se ho postato nella sezione giusta o meno... ero indecisa tra qui e News, quindi in caso abbia sbagliato chiedo scusa >///< e ovviamente spostatelo nella giusta sezione ♥

    pKXlHfG

    Strange World è un flop, impossibile tentare di indorare la pillola. Anzi, il 61esimo Classico è il peggior flop Disney di sempre, peggio di Il Pianeta del Tesoro, di Atlantis - Il Regno Perduto, di Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri e persino di Taron e la Pentola Magica. Per di più, l'insuccesso di Strange World è duplice. Da una parte c'è quello di pubblico, con soli 4 milioni di incasso su un budget di 180. Dall'altra parte c'è poi l'incapacità del film di farsi amare dagli spettatori: se la critica ha promosso unanimemente il Classico (se volete saperne di più potete dare un'occhiata alla nostra recensione di Strange World), il pubblico non è stato così clemente, affibbiandogli un CinemaScore B, il peggiore tra i film animati Disney degli ultimi 30 anni. I dati di mercato e di apprezzamento del pubblico, però, sembrano parlare più di un cortocircuito del mercato cinematografico che di un film di bassa qualità.
    Partiamo da un paio di dati che possiamo dare pressoché per assodati: il primo è che Strange World non è un cattivo film, anzi. Le bocciature della critica sono state poche, mentre più diffuse sono state le reazioni entusiaste alla pellicola, specie per via del suo setting atipico per una produzione Disney. Inoltre, stabilire un collegamento tra successo di critica e di pubblico per un film è pressoché impossibile, e lo è ancora di più quando si parla della Casa di Topolino: negli ultimi anni, per esempio, Encanto, Raya e L'Ultimo Drago e Frozen 2 sono stati criticatissimi dagli spettatori, ma hanno raggiunto dei risultati al box-office decisamente migliori di quelli fatti registrare da Strange World. Il secondo dato, che fa da chiave di volta del "caso" Strange World, è che Disney si aspettava il flop del film da ben prima della sua uscita. E, possiamo dirlo, non ha fatto nulla per evitarlo: la comunicazione e la promozione della pellicola sono state scarse e tardive, i trailer mostrati non sono mai stati incisivi (né tantomeno numerosi), il merchandising del film quasi del tutto inesistente. Sui motivi di questa decisione del colosso di Burbank ci torneremo più tardi, ma sicuramente è stata in gran parte Disney a scavare la tomba al suo Classico.
    Certo, qualcuno potrebbe dire che la Casa di Topolino sappia fare i suoi calcoli, e che Strange World potrà rinascere su Disney+, poiché molte famiglie, specie dopo la pandemia, preferiscono vedere i film da casa piuttosto che recarsi in sala. A questo punto, però, perché portare Strange World direttamente al cinema?Domanda lecita, soprattutto se consideriamo che, per via della scarsissima comunicazione attorno alla pellicola e della sua uscita in un periodo estremamente denso di altri film di spessore, forse una collocazione digital-only avrebbe giovato a Strange World. La risposta all'interrogativo potrebbe stare molto più dentro le mura di Disney che fuori: la maretta tra gli animatori Pixar in seguito al rilascio di Red direttamente su Disney+ ha insegnato all'azienda che i suoi film animati devono uscire al cinema prima di passare in streaming, anche a costo di generare delle perdite. E così è stato per Strange World, che è uscito in sala, floppando clamorosamente, ma che fin dall'inizio è stato pensato per l'utenza di Disney+. Il trend, d'altro canto, non stupisce: Disney ci ha già abituato a concentrare la proposta animata per le piattaforme streaming con Raya e L'Ultimo Drago e Red, e il flop di Strange World potrebbe alimentare un circolo vizioso che spingerà l'azienda di Burbank a considerare sempre più i suoi cartoni animati, al netto della tradizione dei Classici, al pari di prodotti da vedere dal divano di casa più che dalle poltrone dei cinema.
    Attenzione, però: l'insuccesso del film di Don Hall non dipende solo dalle politiche commerciali e di marketing di Disney. Al contrario, Strange World si inserisce perfettamente in due meccanismi di lungo periodo del cinema d'animazione che dovrebbero preoccupare qualsiasi amante del genere. Il primo è quello verso la stereotipazione delle trame e dei sotto-generi. Guardate alla lista dei più grandi flop animati Disney degli ultimi decenni: noterete che tre di questi (Strange World, Atlantis e il Pianeta del Tesoro) sono film di fantascienza, mentre gli altri (Bianca e Bernie, Basil l'Investigatopo, Taron e la Pentola Magica) hanno in comune il fatto di non aderire agli schemi classici dei classici Disney, che poi sono gli stessi imposti da pellicole come Biancaneve e Cenerentola ben più di mezzo secolo fa e ravvivati da Rapunzel, Frozen e La Principessa e il Ranocchio in tempi più recenti. Dall'altra parte, i flop di Disney sono anche titoli che non si sono piegati alle logiche da commedia demenziale di altri franchise, come quelli di Cattivissimo Me (e della sua costola gialla in salopette), dell'Era Glaciale e, benché stavolta nell'accezione più positiva possibile del termine, di Shrek. Insomma, i grandi fallimenti del colosso di Burbank degli ultimi vent'anni sono tali perché si collocano al di fuori del mercato cinematografico attuale, strizzando l'occhio ad un pubblico più di nicchia e adulto rispetto alle altre pellicole. Un bene per i fan, un male per le casse di Disney.
    Il secondo meccanismo di lungo periodo del cinema d'animazione che inizia seriamente a preoccupare è quello del generalizzato invecchiamento dell'animazione Disney, che si sta rivelando sempre meno capace di attirare pubblico al cinema e che sta cedendo via via il passo a Pixar e Illumination. I motivi dietro a questo cambiamento potrebbero essere diversi: da una parte, come abbiamo spiegato poche righe fa, c'è sicuramente un irrigidimento di canoni e generi che sfiora il manierismo; dall'altra c'è una certa insofferenza del pubblico sia verso la novità che verso il tradizionalismo, che si traduce tanto nella critica contro le pellicole che osano sperimentare con trame e personaggi meno lineari (Encanto su tutte) quanto nella scelta di non andare a vedere i film al cinema perché si sa già cosa aspettarsi, e dunque tanto vale aspettare di recuperarli in streaming dopo qualche settimana. In altre parole, Disney sembra essere finita in un cul-de-sac come quello del periodo di crisi degli anni Ottanta: l'azienda di Burbank è fisiologicamente incapace di rispondere alle richieste del pubblico, pur producendo pellicole di indubbia qualità, il che spinge gli spettatori a guardare verso altri lidi. Certo, negli anni Ottanta l'alternativa era rappresentata da Don Bluth. Oggi, invece, ci sono Gru e i suoi scagnozzi.
    L'insuccesso di Strange World è quindi dovuto tanto al proliferare dei servizi di streaming per le famiglie quanto all'incapacità di Disney di incontrare i gusti del pubblico più giovane, che dunque si orienta su altre produzioni. Sopra a questi due problemi ce n'è però un terzo, che spiega perché i film d'animazioni Disney fatichino a imporsi anche su una terza fascia di spettatori, quelli "pre-adolescenti", troppo adulti per essere definiti "bambini" ma troppo giovani per rientrare pienamente nei gusti del pubblico adolescenziale. Stiamo parlando di un pubblico con delle caratteristiche precise: per esempio, chi lo compone non è abituato a andare al cinema, o quantomeno non è abituato a farlo troppo di frequente. Al contempo, si tratta di una fascia di audience che, pur recandosi poco in sala, ha una scelta paradossalmente più ampia di pellicole sia rispetto al pubblico adolescenziale che a quello dei bambini e delle famiglie. Per farla semplice, il pubblico-tipo di Strange World (che, lo ricordiamo, è pur sempre un film di fantascienza, e non una fiaba per famiglie) non ha il forte pregiudizio contro i cartoni animati tipico degli adolescenti, né ha il disinteresse (o il divieto, specie negli Stati Uniti) per la visione dei film live action che invece è più comune tra i bambini.
    Qui arriva il problema: perché Disney ha pubblicato Strange World il 25 novembre al cinema, dopo che, solo 14 giorni prima, Black Panther: Wakanda Forever ha sbancato al box-office in tutto il mondo? È ovvio che si tratti di due film incredibilmente diversi tra loro, ma è anche vero che i loro pubblici di riferimento si sovrappongono in buona parte. Non solo: se consideriamo la tendenza degli spettatori-tipo delle due pellicole a non frequentare in modo assiduo il cinema, due finestre di uscita così ravvicinate hanno di fatto imposto al pubblico di scegliere quale dei due film vedere. E, ovviamente, la scelta della stragrande maggioranza degli spettatori è ricaduta sulla produzione con una campagna marketing più solida alle spalle, ma anche verso quella che, per via della sua appartenenza ad una saga e ad un universo coerente, riesce a trascinare più persone in sala e a far sentire l'"urgenza" di vedere il film nei primi giorni dalla release (se non altro per evitare spoiler e "rimanere al passo"), anziché aspettare due o tre mesi perché esso arrivi su Disney+.

    Ciò pone un altro interrogativo: i cinecomics stanno danneggiando l'animazione? La risposta è senza alcun dubbio affermativa, almeno se parliamo di danni in termini di incassi. La questione è ancora più paradossale se consideriamo che le più grandi macchine sforza-cinefumetti (cioè i Marvel Studios) e sforza-cartoni animati (i Walt Disney Animation Studios e Pixar) fanno entrambi capo alla stessa azienda, la quale dunque rischia di subire non solo una concorrenza sempre più agguerrita dall'esterno, ma anche un fuoco amico distruttivo e, apparentemente, inevitabile. Certo, se Disney fosse più abile nel posizionare le date d'uscita dei suoi film (e nel decidere cosa finisce dritto su Disney+ e cosa no) il problema si potrebbe risolvere, ma resta il fatto che, allo stato attuale del settore cinematografico, il superhero movie sta togliendo quote di mercato all'animazione, pesando sulla qualità e sulla varietà delle pellicole in sala. Dentro Disney, le ripercussioni di questo processo sembrano evidenti: sempre più cinecomics, sempre meno animazione, specie sul grande schermo. A questo punto, non sarebbe improbabile vedere i Classici ridotti ad una sorta di "intrattenimento di serie B", destinato solo a Disney+, cedendo completamente il passo ai cinecomics in sala.

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  2. Leah‚
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    Mizze che articolone! L'ho letto tutto prima di dare una mia opinione.
    Penso che sia vero che di Strange World non se ne è molto parlato, io stessa non ne sapevo proprio niente!

    Però è molto più interessante l'analisi sul fatto che la Disney si sta re-incastrando in un momento infelice di produzioni: non riesce a sbloccarsi dai suoi canoni classici, ma rischia di continuare a ripetersi annoiando un po'. Non fraintendetemi, la comicità demenziale da Minion mi fa ridere ma non sopporterei se la Disney ci si dedicasse (non per niente Le Follie dell'Imperatore mi irrita e non mi diverte, mentre i Minion mi fanno ridere)... però d'altra parte forse al momento la gente cerca questo? Oppure cerca il megakolossal Marvel pieno di effettoni specialoni che val la pena vedere sul maxischermo a fior di soldi...

    Penso che sia vero, che la Disney è in un momento di bassa marea. Chissà se ne uscirà un "terzo nuovo rinascimento" come quello passato...
     
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    Immaginavo che fosse un flop ma proprio perché è stato pubblicizzato poco o nulla tant'è che all'inizio non sapevo se fosse l'ennesimo classico o un altro Pixar per dirne una.
    Alla fine non è la prima volta che la Disney deve superare un periodo così buio (e senza offesa, in parte se lo merita), quindi pace, se ne dovranno fare una ragione.
    E comunque non credo che i megakolossal Marvel siano la ragione per cui mette in difficoltà i classici Disney (secondo questo ragionamento, Frozen 2 ed Encanto dovrebbero essere dei flop).
    Semplicemente alcuni film non sono tutto sto granché (altri invece sono solo sfortunati e poco compresi dal pubblico) ed ecco il risultato.
    Che poi, la Disney sta prendendo troppo la mania di fare film "complessi" a livello di significato (vero, Encanto?); un bambino potrebbe essere annoiarsi ed è il caso di Stranger World. Se la sono cavati con Encanto perché almeno c'erano canzoni carine ed orecchiabili e poi super coloratissimo da catturare l'attenzione, tutto il contrario di Stranger World.
    Con questo non dico che debbano fare le solite storie con le principesse da salvare ma prendiamo Shrek: facile da seguire, divertentissimo da vederlo, con una grandissima morale che ci insegna, neanche difficile da comprenderla.
    Ci vorrebbe una storia un po' come Oceania che mi piacque un sacco proprio per gli stessi motivi di Shrek.
     
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    da qualche parte al fianco di Will Turner ❤

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    Neanch’io avevo mai sentito parlare di "Strange World". Sarà perché le novità Disney non le seguo più di tanto...
    Comunque, secondo me c'è stato sia un cambiamento nei gusti del pubblico, sia uno stravolgimento (passatemi il termine) della "poetica" disneyana stessa. Suppongo che queste siano le conseguenze.
     
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    Leggerò l'articolo dopo aver visto il film (che vorrei vedere a Natale), ma onestamente dal trailer mi sembra un buon prodotto, diverso dal solito. Dopo la delusione di Encanto ho la necessità di vedere un bel film! 🤣 voi l'avete già visto?
     
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    CITAZIONE (Jasmine‚ @ 21/12/2022, 10:19) 
    Leggerò l'articolo dopo aver visto il film (che vorrei vedere a Natale), ma onestamente dal trailer mi sembra un buon prodotto, diverso dal solito. Dopo la delusione di Encanto ho la necessità di vedere un bel film! 🤣 voi l'avete già visto?

    Io non ancora, aspetto che arrivi il DVD, così mio zio se lo compra e me lo presta xD
    Potrebbe pure piacermi come è successo con Onward che inizialmente non mi diceva nulla (ed oggettivamente oscurato a causa della pandemia).
     
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5 replies since 15/12/2022, 12:13   77 views
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