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« Fallo per noi gatti! Non abbiamo mai volato: sii tu il primo gatto volante! » (Zorba cerca di convincere Fifì a spiccare il volo)
La gabbianella e il gatto è un film d'animazione italiano del 1998 realizzato dallo studio Lanterna Magica e diretto da Enzo D'Alò, basato sul romanzo Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare dello scrittore cileno Luis Sepúlveda.
Trama:
Il film si apre con i "gatti del porto" Zorba, Colonnello, Segretario, Diderot e Pallino, che, intrufolatisi in un cantiere, assistono di nascosto a una cospirazione di topi determinati a proclamare l'avvento del Grande Topo, ad uscire per sempre dalle fogne e ad impadronirsi della città. Diderot ha l'idea di mettere fuori gioco i topi schiacciandoli con un carico sospeso a una gru, ma inavvertitamente Segretario starnutisce attirando l'attenzione dei topi che rincorrono i gatti; durante la fuga, vedendo Pallino in difficoltà, Zorba affronta i topi cavandosela con un morso alla zampa. Sulla strada del ritorno verso casa fanno la conoscenza di Bubulina, una gatta domestica siamese. Nella stessa notte, al largo della costa di Amburgo, una motovedetta si schianta contro una petroliera provocando uno sversamento di petrolio nel mare. La mattina seguente uno stormo di gabbiani migra verso la costa di Amburgo per cibarsi di aringhe e senza accorgersi del pericolo, alcuni uccelli si ritrovano intrappolati nella pozza di petrolio: Kengah, una gabbiana con in grembo un uovo, finisce nel petrolio ma faticosamente riesce a liberarsi con l'aiuto di un altro gabbiano. Esausta, precipita nel giardino della casa di Zorba. Kengah, consapevole di non avere più molto tempo da vivere, decide di usare le sue ultime forze per deporre l'uovo, strappando infine tre promesse a Zorba: quella di non mangiare l'uovo, di averne cura finché non si schiuderà e di insegnare a volare al nascituro.
Zorba commosso chiede consiglio ai suoi amici Colonnello, Segretario, Pallino e Diderot, ma, ritornati sul posto, Kengah è già spirata dopo aver deposto l'uovo. Zorba rivela agli amici la sua responsabilità verso l'uovo e, quando Diderot gli dice di dover "covare" l'uovo come un uccello, acconsente con imbarazzo. Per venti giorni il gatto rimane a casa, occupandosi dell'uovo, all'insaputa della sua padrona. Alcuni topi scoprono il segreto e riportano la notizia al Grande Topo, che progetta di rapire il nascituro. Vedendo arrivare Bubulina, Zorba cerca di nascondere il fatto che stava covando e inavvertitamente si siede sull'uovo, che si stava casualmente schiudendo. La gabbianella orfana viene battezzata Fortunata (Fifì) dalla comunità dei gatti, coinvolta da Zorba nel compito difficile di allevare questa inattesa 'figlia'. La piccola Fifì si trova di fronte un difficile compito: quello di imparare a conoscersi e capire di non essere un gatto, prima di imparare a volare. Nello stesso tempo, al fianco degli amici felini, si trova a dovere fronteggiare il pericolo dei topi.
Un giorno Fortunata, giocando con Pallino, contendendosi un gomitolo di lana, litiga con lui, che per dispetto le dice che Zorba e gli altri gatti la vogliono mangiare, essendo lei non un gatto ma un uccello. Sconvolta, Fortunata scappa e viene rapita dai topi che vogliono mangiarla. I gatti organizzano un'operazione di salvataggio e Pallino, a cui è stato proibito di unirsi alla spedizione, pentitosi di aver trattato male Fifì, si intrufola di nascosto nelle fogne per affrontare coraggiosamente il Grande Topo. Purtroppo viene catturato anch'egli dai topi ma, sul punto di essere uccisi, attraverso uno stratagemma analogo a quello del cavallo di Troia, all'interno di una forma di formaggio sopraggiungono i gatti che sbaragliano i topi e liberano Pallino e Fifì.
La gabbianella, ormai "adolescente", continua a pensare a ciò che le ha detto Pallino. Zorba la rassicura, spiegandole che fa parte della natura animale che i gatti mangino gli uccelli, ma assicurandole che loro non le farebbero mai del male, perché le vogliono bene da quando è nata, tanto più perché sanno che è diversa da loro.
Dopo qualche giorno i gatti decidono di insegnarle a volare per onorare anche quest'ultima promessa che Kengah, la vera madre di Fifì, aveva strappato a Zorba. I gatti, consultando dei libri, provano ogni tipo di metodo e le fanno fare mille esercizi, purtroppo senza risultato.
Allora Zorba chiede aiuto a Bubulina e alla sua padroncina Nina, per portare Fortunata in cima al campanile di San Michele dal quale potersi lanciare e, finalmente, volare. Arrivati in cima, Nina e Zorba aiutano la gabbianella a superare ogni paura. Fifì si butta in picchiata rischiando di schiantarsi al suolo, ma prima di toccare terra, finalmente la gabbianella apre le ali e riesce a levarsi in volo. Fortunata saluta Zorba e i suoi amici con un addio; Pallino, pentitosi delle cattiverie dette in precedenza e finalmente felice che Fifì sappia volare, la saluta chiamandola "sorellina". Fifì vola verso il mare dove, incontrando uno stormo di gabbiani, trova il suo futuro.
Fonte: Wikipedia.
Io non so voi, ragazze, ma questo è di sicuro il mio film preferito di tutti i tempi, più della disney e della dreamworks messi insieme...cioè mi ci sono voluti 16 anni per non piangere a "so volare" ed ho ancora il groppo in gola e gli occhi lucidi :°) Fortunata, Zorba io vi amo <3
Edited by Star Butterfly ~ - 27/8/2015, 14:46
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